Postcards from Lighter
Un po’ di tempo fa ho fatto un tour d’Italia con un gruppo di tedeschi.
Ventuno giorni in tutta Italia, partendo da Napoli, fino a Venezia e giù di nuovo a Napoli, tagliando da Puglia e Calabria.
Insomma, una figata assurda penserete, e avete ragione!! Fare l’accompagnatrice turistica ovviamente comporta anche le sue difficoltà ma è un lavoro molto bello, non solo per i posti che si vedono, ma anche per il contatto umano che inevitabilmente si crea e che io, in particolare, non so proprio evitare.
Il protagonista di questa storia, però, non sono io, non è il viaggio e non sono i tedeschi. È il mio amico accendino, inseparabile compagno di viaggio, che ha seguito il gruppo dall’arrivo in aeroporto fino all’agognato ritorno a casa (ventuno giorni possono essere lunghi).
Breve excursus sul personaggio: souvenir da Barcellona risalente al 2013, comprato e mai consegnato al destinatario originario, l’accendino mi ha accompagnato nella mia casa a Napoli quando mi ci sono trasferita nel 2018 e lasciato in cucina era sparito 2 giorni dopo.
Una sera della seconda metà del 2019 esco con la mia coinquilina Chiara e accendendo una sigaretta vedo l’accendino e mi sorprendo della somiglianza con il mio perduto. Alla sua risposta, cioè che se l’era ritrovato in camera senza sapere come ci era arrivato, capiamo che non somigliava al mio, era proprio il mio!
Dopo una breve alternanza di rinuncia del diritto di proprietà da parte di entrambe e dato anche il mio imminente viaggio in giro per l’Italia, l’accendino, che d’ora in poi chiameremo Lighter, è stato proclamato ambasciatore di vagabondaggio, ricoprendo un ruolo simile al nano di Amelie.
Deciso, si parte!
Giorno 1
Lighter va in aeroporto a prendere il gruppo. Col suo accento un po’ spagnoleggiante, non trova difficoltà con l’alemanno e subito scioglie il ghiaccio nel gruppo con la sua fiamma caliente.
Giorno 2
Il viaggio nello spazio e nel tempo comincia. Il Vesuvio fa un baffo al nostro amico che passeggia nelle strade della città antica, fiero e sicuro di sé, mostrando ai nostri amici alemanni, la ricchezza e l’avanguardia degli antichi popoli mediterranei.
(Che la giornata si sia conclusa con una gita al pronto soccorso è un dettaglio. Al nostro eroe non piace pavoneggiarsi, ma vi assicuro che ha gestito in modo eccezionale una traduzione italiano-tedesco-russo e viceversa).
Giorno 3
L’avventura interregionale comincia: Abbazia di Montecassino. Un po’ di storia, calma e preghiera non fanno mai male e Lighter lo sa. Passeggiate silenziose nel monastero benedettino più antico d’Italia più una passeggiata tra le tombe del cimitero alemanno poco distante gli serviranno per prepararsi alla capitale! Olè!
Giorno 4
La città eterna. Fontane, arene, piazze e incontri particolari. Ho dovuto trascinarlo a forza, voleva restare lì!
Giorno 5
Non immaginate quanto gli sarebbe piaciuto cavalcare e gareggiare nell’evento più atteso dell’anno, ma ahimè, periodo sbagliato. Ha dovuto accontentarsi di una passeggiata tra la bruttissima Piazza del Campo, le viuzze anguste e il pessimo Duomo. Povero, povero Lighter!!!
Giorno 6
Dovevate vedere come se ne andava fiero in giro per le strade di Firenze! In prima linea con la guida, con cui ha fatto amicizia e hanno pure pranzato insieme.
Era estasiato tra piazza della signoria e il ponte vecchio.
Giorno 7
Il più atteso dal caro Lighter. Dopo aver accompagnato il gruppo, dato tutte le indicazioni agli alemanni c’è stato il Freizeit in cui ha rincontrato la sua cara amica, che in questa sede chiameremo Kussi, con cui si è divertito a fare il turista con l’immancabile foto della torre pendente! Ah Lighter, torniamo a bere Ichnusa con la sarda trapiantata a Pisa?
Giorno 8
Si sentiva fortunato, ma anche romantico, un po’ sporcaccione e soprattutto meravigliato dalla dolcezza di Verona, che ha visto le spoglie della storia d’amore più celebre di sempre.
Aveva le farfalle nella testa.
Giorno 9
Corsi d’acqua e canali, una cittadina a livello del mare, ma proprio filo filo… Lighter si è fatto catturare da Chioggia. Saltellando di qua e sputacchiando fiamme di là, ci ha messo sì e no mezz’ora per girarla tutta, ma mezz’ora incantato, dal silenzio, dalle strade vuote, dalla sospensione che ne deriva.
Ci siamo quasi, la cima nord è quasi raggiunta… Lighter a questo punto si prende una piccola pausa e rimanda la fine della sua storia del tour d’Italia da accendino vagabondo al prossimo articolo – ne ha viste di belle!
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Hasta Luego!