Il progetto Leonardo e l’esperienza di Francesca di Wanderbeach
Ero alla ricerca di persone che avessero preso parte ai progetti di mobilità europea, che avessero partecipato all’Erasmus +, ed è in questo contesto che, grazie alla community di Travel Blogger Italiane, ho incontrato Francesca di Wanderbeach, che, tra gli altri progetti, ha partecipato anche al progetto Leonardo.
Francesca una ragazza troppo simpatica e disponibile, che sicuramente ha preso dalla vita la parte migliore che poteva.
Oltre ad aiutarmi con i miei dubbi personali su un progetto che mi sta a cuore ha anche accettato di rispondere a qualche domanda e raccontarci la sua esperienza. Eccola!
Ciao Francesca, ci dici qualcosa di te?
Ciao Santa! Certo, sono Francesca Minnella, una viaggiatrice da quasi 10 anni e nell’ultimo ho aperto il blog www.wanderbeach.com (si vede che abbiamo una passione in comune io e te vero? Anche i nomi dei nostri blog sono simili…).
Hai ragione Francesca, l’ho pensato anche io: io sono il mare e tu la sabbia, ma entrambe vaghiamo
Sono cresciuta a Gallipoli, in provincia di Lecce, in Puglia, uno dei tanti posti fantastici che questa splendida Italia ci ha riservato. Amo la mia terra, la nostra nazione, la nostra cucina fantastica, ma la voglia di scoprire, conoscere e viaggiare purtroppo per me ha sempre vinto su tutto. Ho fatto di tutto nella mia vita, dalla progettazione di siti web, al lavorare e poi successivamente a gestire ristoranti, locali, ho insegnato italiano all’estero dai bambini di 3-4 anni alle signora anziana sui 75 anni, l’inglese in Turchia, ho aiutato e lavorato in strutture ricettive sparse per il mondo e tanti altri lavoretti che mi hanno dato la possibilità di viaggiare e di vivere all’estero.
Eppure non è sempre stato tutto rosa e fiori come può sembrare. Io e la mia famiglia abbiamo vissuto un momento non molto bello, anzi direi abbastanza buio intorno alla crisi economica del 2008 che è durato qualche anno, che ha accentuato e reso ancora più forte e indistruttibile la mia voglia di evadere, di vivere in una realtà migliore. Così, come quando ci si focalizza sui pensieri positivi, ho avuto la fortuna di conoscere la Progettazione Europea. Da lì non mi sono mai più voluta fermare.

Come hai conosciuto il programma Erasmus + e a quali progetti hai partecipato?
(Mi fanno arrossire queste domande perché mi fanno rendere conto di come gli anni siano passati ed io non me ne sia accorta :p, scherzo! )
Conobbi la progettazione europea in uno dei due eventi di formazione generale del Servizio Civile, e all’epoca si chiamava Erasmus 4ALL – Erasmus per tutti -, e già in quegli anni si diceva che la nuova progettazione avrebbe preso il nome Erasmus +, ma l’Erasmus esiste dal 1987, ed ha 34 anni.
Ad ogni modo ho preso parte a tanti progetti, ma ho iniziato dagli Youth Exchange, gli scambi giovanili, tra l’altro il primo a cui partecipai era proprio a Gallipoli e tirai dentro i miei amici e cugini, impazzimmo tutti per l’iniziativa, perché non era seriosa ma allo stesso tempo ti arricchiva incredibilmente e decidemmo di partire poi anche in tanti altri progetti all’estero.
Dopo gli Youth Exchange sono poi passata ai Grundtvig – i seminari per adulti – su varie tematiche, anche ambientali e poi chi più ne ha più ne metta. Ho partecipato anche ad altri progetti, ho organizzato io stessa progetti come Team Leader, ho fatto lo SVE/EVS, il Servizio Volontario Europeo, che oggi ha cambiato nome in Corpo Europeo di Solidarietà (European Solidarity Corps -ESC), che per me è anche più bello (il nome). E per concludere anche il Progetto Leonardo.
Wow, non ti sei fatta mancare nulla insomma. Ci racconti qualcosa del progetto Leonardo?
Nel 2013 quando presi parte a questo progetto ho dovuto fare le selezioni per partecipare a quest’iniziativa. C’erano varie sedi organizzative in tutta Italia, ma io avevo scelto quelle che avevano i progetti anche in Turchia, era lì che volevo andare, ci ero già stata per un anno con l’EVS/ESC e lì volevo ritornarci. Una volta superate le selezioni, la mia organizzazione italiana ci fece i biglietti e dopo poco tempo eravamo in viaggio per la Turchia. Abbiamo avuto qualche disavventura con la prima organizzazione ospitante perché a causa di uno slittamento del periodo turistico, non avevano organizzato bene la nostra sistemazione, che sebbene fosse ovviamente tutto spesato eravamo piuttosto arrangiati. Ma essendo tutelati dalla Comunità Europea, la nostra mentore italiana dell’associazione inviante ci raggiunse in Turchia e nel giro di 2 giorni sistemò tutto e ci trovò un’altra associazione ospitante.
Mi sembra di rivivere quella scena negli occhi, come se fosse ieri: eravamo tutti insieme a cena a Marmaris, una delle località turistiche più belle della Turchia, prediletta dai russi, insieme alla nostra mentore italiana, che per tirarci su di morale ci aveva portato a mangiare una pizza (poco) italiana.
I nostri sentimenti e i nostri sguardi oscillavano tra l’abbattimento e la speranza ad ogni suono dell’arrivo e della lettura di un’email, perché oltre al classico cellulare a destra del coltello a tavola si era affiancato anche il pc e noi, data la situazione, eravamo in trepida attesa di una mail.
Se la nostra mentore fosse riuscita a concludere in maniera positiva la trattativa, saremmo rimasti in Turchia, altrimenti lei stessa avrebbe fatto quella sera i biglietti a tutti e saremmo tornati a casa. La Commissione Europea, che si occupava di questa progettazione, ci avrebbe dato la possibilità di fare nuovamente un altro progetto Leonardo.
La scadenza di questo out out era mezzanotte. E’ stata una cena lunga, molto lunga, ma poco prima della mezzanotte ricevemmo la notizia definitiva: avevamo un’altra organizzazione ospitante. Il capo di questa organizzazione che ci stava ricevendo, per farci dimenticare il “brutto” periodo iniziale, ci regalò un’escursione in barca tra le isole del golfo di Fethiye e per dimostrarci anche l’ospitalità e l’accoglienza della Turchia.
Io amo la Turchia proprio per questo, per la dimensione “umana” delle persone e per il voler recuperare, come in questo caso, anche gli errori fatti da qualcun altro e a nutrire i sentimenti delle persone. Il nostro capo era il titolare di una scuola di pasticceria che aveva tanti rapporti lavorativi con diverse strutture della zona. Ci aveva trovato una bellissima sistemazione: avevamo un mini hotel tutto per noi con la piscina privata, oltre ad avere una delle 4 spiagge più belle del mondo a pochi km da noi. Fu carinissimo, lui in persona ci portò anche una torta di benvenuto augurandoci di trascorrere al meglio il tirocinio ad Oludeniz.
Da quel momento il mio Leonardo si era trasformato da un episodio da dimenticare in una grandissima opportunità. Data la mia precedente esperienza lavorativa nella ristorazione mi affiancarono al manager del reparto di Food&Beverage di una struttura di nuova costruzione a 4*, candidata per i 5*L, ero la sua assistente. Imparai tantissimo.
Avevano aperto un’attività ex novo, quando arrivai era un cantiere vero e proprio e in una sola settimana diventò uno splendido hotel. In più imparavo un’altra lingua, conoscevo persone, modi e mentalità diverse e, inoltre, l’azienda mi fece la proposta di rimanere a lavorare lì con loro e che si sarebbero presi cura di me fornendomi alloggio, il visto adeguato per poter lavorare lì e il vitto che era comunque incluso nella struttura e nelle nostre figure lavorative. Quindi, devo dire che il mio Leonardo mi diede veramente una grande opportunità. In più avevo conosciuto un ragazzo bellissimo di cui mi ero pazzamente innamorata e anche lui di me, tanto da chiedermi di sposarci, ma alla fine forse per lo spavento di tutto ciò che stava avvenendo troppo in fretta e per tutta una serie di motivi tornai in Italia.
Fui veramente fortunata, perché 3 giorni dopo che ritornai a casa sebbene fossi triste, combattuta, avvilita, in Turchia iniziarono violentissime sommosse popolari in tutte le città, anche le più piccole realtà, che terminarono con l’uccisione e l’imprigionamento di chiunque volesse avvalersi del diritto di parola, furono oscurati i social media, ci furono vari attentati e varie misure drammatiche che avvenivano al confine in Siria, che mi fecero pensare che alla fine è stato meglio così. Non era semplicemente il momento migliore per stare in Turchia.
Tutto questo ragazzi per dirvi che né l’Italia, né l’Europa vi abbandonano durante questi progetti, anzi saranno costantemente al vostro fianco tramite i vostri mentori, quindi non abbiate timore.
Cosa ti hanno lasciato questi progetti, in particolare il progetto Leonardo? Che effetto hanno avuto nella tua vita?
Ho conosciuto altri “pro” e “contro” di altre realtà simili, ma profondamente diverse dalla nostra, dopo aver imparato ad accettare, a convivere in maniera civile e a ridimensionare quelli che noi genericamente chiamiamo “problemi”.
Ciò che mi rimase più impresso di tutto e dal quale imparai tantissimo fu un ragazzo, più piccolo di me, lui aveva 23 anni, io 26, che non sapeva parlare in inglese bene, ma se la cavava a modo suo alla grande; lo mandavano a destra e a manca a tamponare tutte le situazioni in cui l’hotel di nuova apertura veniva meno e lui con il suo inglese stentato, faceva ridere e rallegrava anche l’ospite più corrucciato, facendo svanire e dimenticare completamente tutti i problemi. Da lui sì, imparai tanto!!! :p
Cosa consiglieresti ai ventenni di oggi che hanno voglia di esplorare il mondo?
Innanzitutto non perdete queste opportunità che vi sono state riservate, siete super supportati e anche tutelati, in più da qualche anno sono anche spesate al 100% per darvi a tutti la possibilità di partire, quando iniziai io erano spesate solo al 70%.
E soprattutto, se avete paura di approcciarvi a questi progetti e non volete inizialmente stravolgere la vostra vita potete avvicinarvi alla progettazione europea in maniera più soft, leggendo le esperienze di altri ragazzi e partecipando agli scambi giovanili anche in altre città italiane, prima di partire per quelle all’estero, anche se verrà data priorità sempre alle persone dello stesso territorio dell’associazione organizzatrice/ospitante.
Ma poi ragazzi volete mettere quant’è figo il dire: “Ciao a tutti, sto andando all’estero, ci vediamo tra una settimana, un mese, un anno (o forse non ci vediamo più)!!!”
E poi per qualunque informazione, aiuto, non esitate a contattarci, anzi chiedetecelo, saremmo felici di aiutarvi, vero Santa? Perché queste sono delle opportunità che ampliano le vostre vedute e vi arricchiscono incredibilmente! 😀
Assolutamente sì, sulla pagina Facebook di Wanderwave posto continuamente le opportunità di viaggio che trovo e ho aiutato, anzi, credo posso dirlo anche di te, quindi abbiamo aiutato, tanti ragazzi e ragazze a partire, quindi assolutamente sì!
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Le foto dell’articolo sono state gentilmente concesse da Francesca di Wanderbeach
Che bellissima esperienza… Nel leggere questa intervista, mi è venuta la nostalgia per l’Università. Bei tempi quelli! In quegli anni la voglia di viaggiare e le esperienze all’estero si imprimono nell’anima in maniera indelebile. Condivido l’amore per la Turchia.
Immagina io ad intervistarla… Quando mi ha mandato le foto poi!!
Che bella questa intervista!! Grazie per averci fatto scoprire, anzi conoscere meglio questo grande progetto:)
I viaggi all’estero ti insegnano davvero tanto, oltre a farti crescere e a capire che devi contare sempre e comunque su di te.
Un grande articolo!! Brave!!
Grazie Mariagrazia 🙂
Davvero molto interessante questa intervista! É sempre bello poter leggere le esperienze dirette di chi partecipa a progetti del genere! Ho vissuto anche io all’estero per qualche tempo e sicuramente è qualcosa che ti fa crescere e ti cambia radicalmente, per cui sono d’accordo che tutti dovrebbero sfruttare questa opportunità almeno una volta nella vita! 🙂
Vero, ti fa crescere e ti cambia radicalmente, sono d’accordissimo!
Forse sono fuori età, ma credo che sia un’ottima opportunità per i ragazzi che vogliono rendersi indipendenti. Un progetto davvero utile, e l’emozione di Francesca nel raccontarlo è palese, traspare in ogni sua parola.
Ho avuto modo di conoscere Francesca come te , grazie alle travel blogger Italiane. É una ragazza piena di vita , abbiamo condiviso uno splendido viaggio a Dubai
Già, è proprio una bomba di energia 😀